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Guidare un’auto elettrica:
una bolla dove è impossibile non stare bene
STEFANO FRIGERIO
Stefano Frigerio, 50 anni il 23 settembre, è sposato, ha due bambine, una di 10 e la più piccola di 8 anni. Ha lavorato per 28 anni nel meraviglioso mondo del linguaggio visivo: la tipografia. Lavorava night and day – come suonava la canzone degli anni trenta di Cole Porter – stampando il quotidiano “La Regione”. Nel 2014 – dopo una ristrutturazione dell’organico lavorativo – si è inventato di nuovo e, da allora, lavora per l’AMB di Bellinzona. La sua passione indiscussa è il calcio. Ha giocato in squadre amatoriali: Morobbia, Giubiasco, Cadenazzo e poi – per questioni anagrafiche – nella squadra dei veterani del Gambarogno. Ama il giardinaggio, andare in bici e camminare… insomma, stare all’aria aperta! Non sopporta le persone che “ti prendono in giro”.

Stefano, da quanto tempo maneggi un’auto elettrica?
Poco, sono un novellino, sono 3 mesi. Guido una Renault Twingo.

 

Per quasi 30 anni hai guidato veicoli tradizionali, come mai hai deciso di buttarti in questa nuova avventura a propulsione elettrica?
In famiglia abbiamo un po’ tutti una vena ecologica. Nel nostro piccolo, quando possiamo, facciamo qualcosa per avere un occhio particolare di riguardo verso l’ambiente. Per quanto attiene la mobilità, è stata mia moglie a spingermi in questa direzione. Mi diceva sempre che, quando sarebbe arrivato il momento di cambiare auto, la via da prendere sarebbe stata “verde”. L’occasione è giunta una manciata di mesi fa. L’abbiamo provata e, scesi dall’auto, l’abbiamo immediatamente ordinata.

È stato amore a prima vista oppure avevi delle riserve prima di guidare la tua nuova Twingo elettrica?
Devo confessare che ero un po’ scettico prima di provarla. Dubbioso soprattutto per le questioni che orbitano intorno alla batteria e alla loro longevità, per esempio. Senza dimenticare che non amo particolarmente guidare per via del traffico, le colonne e lo stress che ne consegue. Mi sono ricreduto, stare all’interno dell’abitacolo di un’auto elettrica crea una sorta di bolla dove è impossibile non stare bene. È insonorizzata, quindi non ci sono rumori molesti, si ricarica quando vai in discesa o molli il pedale del gas e non consuma quando sei fermo. Mi ha conquistato questa maniera di viaggiare sulle quattro ruote. Quando sarà tempo di “pensionare” la seconda auto in famiglia, la sostituirà di sicuro un’ibrida.

Sei un cliente emotì. Utilizzi le colonnine di ricarica pubbliche disseminate in Ticino?
Fino ad oggi ho usato solo quelle che offre il mio datore di lavoro. Ho la mia colonnina privata emotì a casa. L’ho fatta installare dal mio elettricista di fiducia. È comodissima: premi un bottone e l’auto si carica.

 

Siamo abituati a mettere in carica il nostro cellulare. Che effetto ti fa mettere in carica la tua automobile?
È strano. Secondo me comunque questa sarà la via da seguire. Questo è il futuro, anzi, il presente.

Nonostante lo scetticismo iniziale ti sei innamorato di un’auto elettrica, cosa vorresti dire a chi, come te, storceva un po’ il naso, quando si parlava di elettromobilità?
Ammetto che i primi tempi al volante di un veicolo elettrico avevo un po’ la fobia “e se rimango a piedi perché la carica si consuma? E se non trovo una colonnina di ricarica?”. Mi sono reso conto facendo l’esperienza che erano solo paure. Il Ticino è disseminato di colonnine di ricarica, io posso usarla sul posto di lavoro, ho la mia colonnina di ricarica a casa e addirittura quando vado a far la spesa posso caricarla gratuitamente – se trovo posto – senza troppi grattacapi. Penso ci sia bisogno di cambiare un po’ la nostra mentalità: se rimango a secco di benzina, mi fermo al distributore e sono a posto. Se capita che l’auto elettrica ha bisogno di energia, devi solo spendere un po’ più di tempo e in una mezz’oretta o poco più hai ricaricato la tua batteria. Basta organizzarsi.

Hai usufruito degli incentivi cantonali per acquistare la tua automobile elettrica?
Si, ho fatto richiesta sia per l’acquisto della colonnina privata che per l’acquisto dell’auto. In entrambi i casi ho avuto un buon incentivo. È stato semplice compilare i formulari online. Il processo è stato snello e veloce. I fondi sono arrivati tempestivamente.

 

Essendo utente emotì, c’è qualcosa che miglioreresti del servizio offerto?
Per quanto riguarda le colonnine di ricarica pubbliche, sono soddisfatto del servizio offerto, sia per emotì che per gli altri rifornitori.

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